domenica 4 giugno 2017

Di ragni, di uomini e di uomini ragno

Un orrendo, gigantesco e monumentale ragno passeggia beatamente sul soffitto della sala in cui lavoro.
Non soffro di aracnofobia, ma provo comunque una sensazione di grande disagio. 
Io e un ragno nella stessa stanza è una roba che non può, anzi, non deve accadere.
L'aracnide è così grande che nemmeno la mia scarpa basterebbe ad eliminarlo.
E se poi,  nel tentativo di farlo fuori, l'orrido insetto si ribellasse? 
Si sa come vanno a finire certe cose:  il ragno potrebbe essere  radioattivo e  pungermi ed è noto che, un essere umano punto da un insetto che ha assorbito importanti quantità di radiazioni, finisce per  acquisire il potere di sparare ragnatele dalle mani e di appendersi alle pareti di casa. 
Poi qualcuno, inizierebbe a dire che "da un grande potere derivano grandi responsabilità" e altre storie simili e da lì si finirebbe per fare una vita di inferno combattendo contro supercriminali cattivissimi, ma soprattutto:  chi la sente mia moglie se comincio a spargere ragnatele in giro per casa?
Il ragno, a modo suo, comprende i miei dubbi e se ne va (per mia fortuna) verso la stanza in cui lavora il mio collega.
L'amletico dubbio balena nel mio cervello: avvisare o non avvisare l'ignaro compagno di lavoro sui pericoli che si appropinquano?
Egoisticamente decido di tacere evitando di lanciare allarmi: in fondo, se uno di noi deve diventare un uomo ragno, meglio sia lui perché se proprio devo diventare un supereroe allora preferisco diventare Batman (che sta economicamente molto meglio di me).
Mentre vi scrivo i miei pensieri, sento una puntura e vedo volar via una zanzara: la solita sfiga: ora avrò il potere di zzzzzzzzzzzzzzzz


Per l'immagine © Aventi diritto
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